Nel 2015 si è giunti ai 9 euro/kg, grazie al contenimento delle
produzioni, prima con misure volontarie attuate nel 2010 e dopo, per l’effetto involontario
della blue tongue che falcidiò i greggi. Riparte la produzione incontrollata (+44%)
e crolla il sogno dei Pastori che videro per poco tempo una remunerazione adeguata al
loro sacrificio. Si poteva evitare questo sfregio alla classe imprenditoriale più preziosa e
fragile della Sardegna? Si. Perché il pecorino romano non ha un mercato illimitato. La
sua dimensione naturale è di 240 mila quintali, sia che lo si venda a 8 euro, sia che si
scenda a 5. In altri termini, non ha alcun senso produrre un kilo in più di romano perché
il suo incremento determina crollo incontrollato del prezzo per eccesso di ribasso.
I problemi contingenti sono due: l’esubero di pecorino
romano che ammonta a 100 mila quintali e la destinazione del nuovo latte in arrivo
nei caseifici che non sanno né cosa né quanto produrre.
Il contesto internazionale è favorevole, infatti, a differenza
delle crisi 2005/2009, il prezzo del latte vaccino è alto, dunque, può risalire il valore,
ma entro il volume di 240 mila quintali.
Serve un nuovo regolatore che stabilisca come gestire l’esubero di latte. Se c’è un errore da non ripetere
è quello di superare la soglia di 300 milaquintali di prodotto tradizionale trasformato (tra DOP e altri),
pari a 240 milioni di litri di latte sui 280 totali. Il problema è tutto qui: limitare a 180 mila quintali il
romano e destinare ad altro uso I 40 milioni di litri di latte in esubero. Suggerisco di percorrere queste
quattro strade:
1) latte in polvere ad un valore medio di mercato pari al 60% dei formaggi classici;
2) semi lavorati per clienti differenti da quelli acquirenti il romano ad un valore di 4/5 euro, pari al 60%
dei formaggi classici;
3) inserire nel mercato interno un formaggio da grattugia, alternativo al grana padano con un valore
medio di mercato pari all’80% dei formaggi classici;
4) latte crudo da cedere all’estero al valore di mercato interno. Per quanto riguarda, invece, i 100 mila
quintalidi romano in esubero, le industrie con il sostegno delle agenzie in house e dei consorzi fidi,
diano vita alla stanza di compensazione (di cui eravamo tutti d’accordo nel 2010) affinché venga attivato
lo stoccaggio volontario che riduca la pressione delle vendite sul mercato e dia liquidità immediata a chi
ne ha bisogno, fino a quando il prezzo del romano non torni a livelli accettabili.
Ruolo: dirigente d’impresa agroalimentare
Posta elettronica: prato64icloud.com
Telefono: 360.1082677
Ufficio: 079.237489
Titolo di studio: laurea in legge con tesi
sperimentale in diritto internazionale
dell’ambiente.